Tra antichi mestieri e lontani sapori: il tonno, le cave e l’industria.
Favignana (lat 37°55’34’’N, lon 12°19’16’’ E) con i suoi 19,4 Kmq, uno sviluppo costiero di circa 33 Km e i suoi oltre 3.500 abitanti è l’isola più grande e popolata dell’arcipelago. La sua forma ricorda quella di una farfalla dalle ali spiegate adagiate sul mare, la cui ala orientale risulta più pianeggiante e abitata.
I greci la chiamarono Aegusa, mentre il nome attuale deriva da Faugnana che a sua volta deriva dal vento caldo e secco proveniente da sud-sudovest detto Favonio.
Passeggiando per le vie del centro si respira aria di storia tra i diversi palazzi lasciati da una delle più grandi famiglie dell’ottocento, i Florio, che nella persona di Ignazio nel 1874 ha acquistato le isole egadi dalla famiglia Pallavicino. Il Palazzo Florio, il Palazzo dell’Amministratore, la chiesetta di San Antonio, l’ex Stabilimento Florio delle tonnare di Favignana e Formica e la “Camparia” sono le bellezze architettoniche che la famiglia Florio ha costruito e riadeguato durante i suoi numerosi anni di presenza alle Egadi. Tra questi lo Stabilimento Florio, prima industria per l’inscatolamento del tonno in Europa, è stato recentemente restaurato e aperto al pubblico per la visita.
Passeggiando per l’interno dell’isola, invece, saltano agli occhi le profonde ferite aperte nel suolo favignanese che riportano alla luce l’antica tradizione dell’estrazione della pietra locale impropriamente chiamata “tufo”. Una roccia calcarenitica, al cui interno si ritrovano gusci e resti di conchiglie fossili, ottima per le costruzioni e un tempo esportata in blocchetti, “i cantuni”, anche fino in Tunisia. Le cave, ad ingrottamento, lungo la costa che va dallo Scalo Cavallo al Bue Marino, e a cielo aperto, all’interno dell’isola, oggi sono state trasformate in meravigliosi giardini ipogei o in residenze e strutture alberghiere uniche e molto suggestive.
In primavera l’isola si risveglia e la tipica macchia mediterranea tra i suoi colori e gli odori, in particolare del finocchietto e del timo selvatico, racchiude una specie endemica quale l’Allium aethusanum o Aglio di Favignana. La fauna terrestre e aviaria, invece, presenta molto specie di particolare rilievo comunitario tra cui il gheppio comune, l’allodola, il falco cuculo, il pigliamosche, il calandro, la berta maggiore e il falco pellegrino, un anfibio riveste un interesse particolare per la sua rarità, il Bufo viridis.